Biodesigner, gli scienziati artisti che progettano un futuro sostenibile

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di sostenibilità e di come salvaguardare l’ambiente attraverso uno stile di vita attento. I biodesigner partono da questa esigenza e si spingono oltre, con l’obiettivo di cambiare il modo in cui le cose vengono progettate e create. Dai materiali per l’edilizia ai mobili, dai tessuti ai complementi d’arredo: il biodesign unisce sistemi viventi e design, per risultati mai visti prima.

No, non stiamo parlando di fantascienza: si tratta di una disciplina reale, con le radici ben piantate nel presente e lo sguardo rivolto verso il futuro. Scopriamo meglio di cosa si tratta nel concreto e quali sono i progetti più interessanti che i biodesigner di tutto il mondo stanno portando avanti.

Biodesign: definizione di una disciplina amica dell’ambiente

Come il termine stesso suggerisce, il biodesign è in sostanza un’unione fra la biologia e il design inteso in senso lato. Non solo quello legato all’architettura o alla progettazione di arredamenti, ma anche al mondo della moda e all’arte in generale.

Gli studi dei biodesigner partono dal principio che la natura è il costruttore perfetto e che, per rispettarla, dobbiamo prendere esempio da lei. Leonardo da Vinci l’aveva già intuito a modo suo, come dimostrano – ad esempio – gli studi approfonditi sugli uccelli portati avanti per progettare la prima macchina volante.

Centinaia di anni sono passati da allora, e l’evoluzione scientifica e tecnologica ci consente oggi di fare cose che un tempo sembravano impensabili. Come, appunto, integrare materiali organici e sistemi viventi nella realizzazione di oggetti, mobili e persino edifici. Lo scopo? Ridurre l’uso di plastica e altre sostanze difficili da smaltire e che, per essere prodotte, richiedono un enorme dispendio energetico.

I biodesigner arrivano fino alla manipolazione genetica degli organismi di partenza, soprattutto quando lavorano in ambito cosmetico o alimentare. Per questo motivo, del movimento – a cui negli ultimi tempi vengono dedicati corsi di laurea e competizioni internazionali – fanno parte biologi e scienziati, artisti e architetti, designer e ingegneri… ma anche filosofi e avvocati, che si occupano dei risvolti etici della cosiddetta biologia sintetica.

Ma quali sono nello specifico le novità che bollono in pentola?

I progetti più incredibili dei biodesigner, in Italia e nel mondo

Come detto poco fa, gli ambiti di applicazione del biodesign sono i più disparati. Ovunque si possa mettere in pratica questa integrazione fra sistemi viventi e non, lì si apre un possibile campo d’azione per i ricercatori di questa disciplina.

Abbiamo pensato di selezionare alcuni tra i progetti più stupefacenti, per farti toccare con mano come l’evoluzione tecnologica può davvero rivoluzionare in positivo le case del futuro e il nostro impatto sul pianeta.

Tiziana Monterisi, la biodesigner che costruisce con gli scarti del riso

Partiamo dall’Italia, con la biodesigner Tiziana Monterisi e la sua Rice House. Con lei l’architettura diventa sostenibile grazie all’uso di scarti della produzione del riso (lolla, pula e paglia) combinati ad altri materiali naturali come argilla, sabbia e leganti.

I suoi prodotti spaziano dalla malta all’intonaco, passando per pitture e pannelli isolanti. Tutto si basa sull’economia circolare, con lo scopo di produrre meno rifiuti possibile e di ridare vita alla casa inglobando al suo interno organismi viventi.

MOGU di Maurizio Montalti: il biodesign a base di funghi

A proposito di organismi viventi e processo circolare, anche MOGU – fondata dall’italiano Maurizio Montalti – porta avanti la stessa filosofia. In questo caso i prodotti – dai pannelli per isolamento acustico ai pavimenti in resina biologica – sono ricavati dalla lavorazione dei rifiuti e del micelio dei funghi.

Questa parte organica filamentosa viene trattata in maniera tale da generare un materiale molto simile alla plastica ma completamente sostenibile. Resistente, flessibile e leggero, risulta anche biodegradabile e viene proposto in forme creative e colori che ricordano la natura: un perfetto esempio di biodesign.

Bone Chair, la sedia che fonde biodesign e bioingegneria

Quando la biologia si combina con l’ingegneria e l’arte, il risultato è qualcosa come la Bone Chair dell’olandese Joris Laarman. Il punto di partenza di questo progetto è stato lo studio del processo generativo delle ossa che, mano a mano che si sviluppano, diventano più grosse nei punti che richiedono maggiore resistenza e più sottili altrove. Ciò che questo biodesigner ha fatto è stato creare un software che seguisse lo stesso principio.

Così è nata questa sedia in alluminio stampata in 3D, la cui struttura portante è ottimizzata in modo da usare la minor quantità possibile di materiale. Proprio come accade per le ossa degli animali e dell’uomo.

Living Things: mobili vivi che sfruttano la fotosintesi

Ethan Frier è invece un biodesigner americano che, in collaborazione con l’architetto Jacob Douenias, ha realizzato l’installazione artistica Living Things. I due hanno creato lampade e soluzioni d’arredo che contengono spirulina – un’alga dalle numerose proprietà nutritive – e che, attraverso la fotosintesi, rigenerano continuamente nuova biomassa. Questa a sua volta può essere utilizzata come sostentamento, carburante o fertilizzante. I mobili del futuro ci serviranno anche per produrre cibo? Può darsi, a quanto pare.

Biobabes: i batteri alleati dell’edilizia del futuro

Biobabes è un collettivo internazionale di biodesigner tutto al femminile, che lavora in diversi campi legati ai materiali tessili e per l’edilizia. Uno dei loro progetti di ricerca, denominato Thinking Soils, si basa sulla modificazione genetica di alcuni batteri presenti nel suolo. Questi, in risposta a variazioni di pressione dall’esterno, attivano dei processi di mineralizzazione del terreno rendendolo più resistente. Il risvolto pratico si traduce nella possibilità di costruire fondamenta ed edifici anche su terreni instabili.

La carrellata appena conclusa dimostra che la ricerca scientifica applicata può veramente stravolgere la nostra vita. In questo caso in positivo, dato che il biodesign si occupa proprio di trovare soluzioni sostenibili e migliorative sia per noi che per l’ambiente. Gli specialisti sostengono che già dal 2040 vedremo diffondersi l’uso di questi biomateriali in campo edile e architettonico. Magari – chissà – la tua prossima casa avrà un tetto capace di assorbire l’inquinamento dell’aria o sarà in grado di mantenere una temperatura interna ideale in autonomia.

Noi di Iori Arredamenti seguiamo queste evoluzioni con curiosità e interesse, sempre pronti a cogliere spunti per arredare le abitazioni dei nostri clienti con le più recenti novità di design. Vieni a farci visita per rendere unica la tua casa!

Designer italiani: le punte di diamante dell’arredamento di interni

La creatività dei designer italiani è una delle eccellenze del nostro paese riconosciute in tutto il mondo. Quando si tratta di progettazione di interni, i professionisti nostrani dell’interior design spiccano per la loro straordinaria abilità nel coniugare ricerca, funzionalità, sperimentazione ed eleganza.

Le forme raffinate, i materiali innovativi e l’originalità dei progetti di arredo hanno permesso infatti ai designer italiani di conquistare il mondo intero.

Per proseguire l’esemplare tradizione avviata dai grandi nomi degli anni Settanta – come Ettore Sottsass e Franco Albini – servono competenza, passione e creatività straordinarie che appartengono a un numero ristretto di professionisti. Scopriamo chi sono e quali lavori rappresentano al meglio le loro abilità.

Architetti famosi italiani: Carlo Colombo

Architetto di fama internazionale, Carlo Colombo inizia il suo percorso professionale nel 1992 e da allora è un lungo susseguirsi di premi, riconoscimenti e nuove sfide vinte con clamoroso successo.

Colombo è stato nominato designer dell’anno a Tokyo nel 2004, pluripremiato dall’International Design Award di Elle Decor e poi da Gioia Casa, MD Magazine e dall’European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies e The Chicago Atheneum. La sua notorietà a livello internazionale è così importante tanto da conquistare la cattedra della De Tao Masters Academy di Beijing, dove dal 2011 è docente di progettazione.

I marchi che hanno colto l’opportunità di collaborare con uno tra i più autorevoli architetti famosi italiani sono i grandi brand del design Made in Italy tra i quali Poltrona Frau, Flexform, Giorgetti, Trussardi Casa, Bugatti Home e Poliform. Con quest’ultimo Colombo ha realizzato la cucina Twelve, esempio emblematico del suo stile essenziale. Le maniglie degli arredi scompaiono nelle ante per non interrompere la linearità delle superfici e il contrasto tra lucidità e opacità dei materiali esalta le forme essenziali.

Colombo ripropone il medesimo effetto nel design della cucina Trail, dove emerge in modo evidente la ricerca di leggerezza nella sottigliezza delle superfici. Il top da 6mm e le mensole per boiserie da 3mm sono il dettaglio che valorizza l’essenzialità dell’intero progetto d’arredo.

Se per le cucine Carlo Colombo ha scelto di privilegiare leggerezza, ordine e semplicità, per la camera da letto ha preferito l’accoglienza e la morbidezza affidate alle linee degli arredi.

Il risultato è Chloe, il letto dotato di imbottiture soffici e di una grande testiera avvolgente. I due comò dai profili essenziali completano il progetto lasciando spazio al vero protagonista della stanza.

Il design di Carlo Colombo è un esempio di straordinaria abilità nel tradurre le qualità degli spazi in strutture e arredi, dote che richiede un talento senza dubbio fuori dall’ordinario.

Emmanuel Gallina tra i più grandi designer italiani famosi nel mondo

Dopo il diploma in Francia e il Master in Design & Management al Politecnico di Milano, Emmanuel Gallina dà inizio alla sua carriera nel mondo dell’architettura d’interni. Tra workshop e conferenze in tutto il mondo, Gallina colleziona decine di riconoscimenti internazionali ed entra a pieno titolo nell’ambita cerchia degli interior designer famosi italiani.

Il tratto distintivo che accomuna tutti i suoi progetti è la semplicità, che si traduce in linee sobrie e forme essenziali unite a una rigorosa attenzione per il dettaglio. Gli arredi si fanno versatili per ogni ambiente e riescono a incontrare ogni esigenza. La collezione Aikana realizzata per Fast, ad esempio, si sposa sia con gli spazi interni che esterni nel rispetto del comfort e della funzionalità di ogni contesto.

Le linee leggere ed eleganti definiscono anche i profili dei lettini Ushuaia firmati da Gallina. Le piccole ruote e il telaio in alluminio fanno delle poltrone lounge un elemento d’arredo per esterni pratico e raffinato.

Oltre agli arredi per l’outdoor e alle sedute confortevoli, i progetti di Emmanuel Gallina spaziano in ogni ambiente di casa arricchendolo di rara eleganza.

Se sei in cerca di un dettaglio raffinato per arredare il tuo soggiorno moderno, ti suggeriamo il tavolo Concorde disegnato per Poliform. Un connubio originale tra la leggerezza della forma e la solidità del legno massello che impreziosisce la stanza senza sovraccaricare l’ambiente.

Includere nel progetto d’arredo della propria casa un elemento delle collezioni di Emmanuel Gallina significa conferire un tratto di eleganza all’intero appartamento e impreziosirlo con il carattere esclusivo del Made in Italy.

Interior designer famosi italiani: Paola Navone e le contaminazioni orientali

Cresciuta professionalmente accanto a designer italiani del calibro di Ettore Sotsass, Andrea Branzi e Alessandro Mendini, Paola Navone intraprende un percorso originale ed eterogeneo nell’ambito dell’architettura e del design. La passione per l’Oriente la porta a trascorrere quasi vent’anni tra India, Indonesia, Thailandia, Vietnam, Cina e Filippine e a esplorare culture e stili esotici che renderanno il suo tratto unico e inconfondibile.

Architetto, arredatrice, saggista, insegnante e curatrice di esposizioni, Paola Navone è una professionista poliedrica in grado di trasferire la propria sconfinata curiosità in progetti di design apprezzati in tutto il mondo. Dal 1998 guida la direzione artistica di Gervasoni, storico e rinomato brand di arredamento italiano, e ne firma numerose collezioni.

Ghost è l’esempio evidente della contaminazione che contraddistingue lo stile di Paola Navone. La collezione di divani, poltrone, divani letto e letti si distingue per la vasta proposta di tessuti per i rivestimenti.

Ogni elemento può essere personalizzato in modo originale e coerente al contesto che lo ospita.

Il progetto tessile prende ispirazione dalle tinte e dalle trame dei numerosi paesi visitati dalla designer e i rivestimenti si adagiano con naturalezza sulle linee morbide degli elementi d’arredo.

Il lavoro di Paola Navone è il risultato dell’esplorazione unita alla straordinaria abilità nel valorizzare lo stile italiano grazie al sapiente connubio con culture lontane.

Matteo Thun, il nome immancabile tra i designer italiani famosi

La notorietà internazionale di Matteo Thun è il risultato di un lavoro pionieristico che l’architetto ha avviato negli anni Settanta. Anche lui, come Paola Navone, ha potuto giovare della contaminazione di Sottsass col quale ha fondato la Sottsass Associati e, successivamente, il Gruppo Memphis. Con il proprio studio Matteo Thun & Partners ha realizzato la progettazione di rinomati hotel di lusso, residenze per il benessere e sedi di grandi aziende.

L’immancabile rispetto per il paesaggio e l’equilibrio tra innovazione e sostenibilità guidano ogni proposta di uno dei più noti e famosi architetti italiani.

Anche il design di prodotto ripropone l’attenzione al contesto e l’offerta di strutture durature così come accade per l’intera progettazione architettonica firmata da Matteo Thun.

Per chiunque intenda scegliere una cucina moderna e funzionale, le collezioni di Matteo Thun per Riva1920 rappresentano una preziosa opportunità di aggiungere un tocco green all’arredamento di casa. Le venature del legno sono protagoniste degli elementi modulari e i top disponibili in alluminio, marmo o pietra, completano le composizioni con eleganza e raffinatezza.

Anche un singolo elemento d’arredo come il tavolo Light è in grado di valorizzare l’intero ambiente grazie all’equilibrato connubio tra le linee squadrate e il legno massello.

I celebri progetti di Matteo Thun sono tra le eccellenze dei designer italiani famosi in tutto il mondo.

Scegliere l’arredo di una stanza o un singolo elemento disegnato dai nostri architetti significa impreziosire la propria casa con la raffinatezza del vero Made in Italy ed è un consiglio che un buon arredatore d’interni non mancherà di proporti.

Da Iori Arredamenti abbiamo selezionato numerosi progetti realizzati dagli interior designer italiani più famosi e nella nostra sede di Reggio Emilia siamo pronti a suggerirti quelli che valorizzerebbero al meglio l’intero arredo della tua casa.

Arredamento negozi: il segreto per un’esperienza d’acquisto indimenticabile

Quando si parla di spazi commerciali, l’arredo non è una semplice questione stilistica, ma un ingrediente prezioso della strategia commerciale complessiva. Se la scelta dei mobili di casa dipende solo dai gusti e dalla funzionalità l’arredamento dei negozi, invece, deve basarsi su valutazioni più articolate.

L’allestimento di un negozio, infatti, ha uno scopo ben preciso: garantire un’esperienza d’acquisto ottimale al cliente. Come ottenere questo risultato? Vediamo insieme come dar vita a un punto vendita unico nel suo genere, senza dimenticare il rispetto delle norme anti-covid.

Arredatori per negozi, i tuoi alleati

A dire il vero c’è qualcosa che accomuna l’arredamento per negozi e quello della casa: la necessità di progettare tutto con cura prima di passare all’azione. Dato che dal risultato dipende parte del successo della tua attività commerciale, in questi casi più che mai il nostro consiglio è quello di rivolgerti a degli arredatori per negozi. Questa figura professionale, grazie alle sue competenze specifiche, è in grado infatti di tradurre le tue esigenze aziendali in soluzioni concrete.

Queste le variabili che andiamo a considerare in fase di progettazione, per capire come allestire al meglio il tuo negozio:

  • la merce che vendi, che deve essere valorizzata attraverso l’esposizione e che quindi necessita di mobili diversi a seconda della tipologia di prodotto;
  • il pubblico a cui ti rivolgi: le sue caratteristiche fanno sì che apprezzi un ambiente arredato in un certo stile specifico;
  • l’identità della tua realtà, poiché l’immagine trasmessa dal negozio deve raccontare la tua impresa e i suoi valori.

Questi fattori guidano l’allestimento di tutto il punto vendita: fin dalla vetrina e dai primi passi mossi al suo interno, il cliente deve sentire che quello è il posto giusto per lui. Dopo di che deve essere accompagnato lungo un percorso di esplorazione che si concluda con l’acquisto, e l’arredamento ti aiuta anche in questo. Chi meglio di un designer specializzato può sostenerti nel compito di realizzare uno spazio che rispecchi con successo la tua attività?

Arredamento negozi: non solo mobili

Quando si pensa all’arredamento – per negozi o abitazioni – la mente vola subito alla semplice scelta dei mobili. In realtà gli elementi che vanno combinati sono molti di più: come gli strumenti di un’orchestra, ognuno di essi svolge un ruolo ben preciso nel raggiungimento del risultato finale. Con i consigli che stai per leggere, l’arredamento del tuo negozio sarà una sinfonia perfetta.

#1: Questione di atmosfera

Per prima cosa dobbiamo identificare lo stile generale da dare all’ambiente: minimalista e monocromatico? Vivace e creativo? Romantico ed elegante? Tutto dipende dall’atmosfera che desideri creare e dal pubblico che vuoi raggiungere. Se vendi giocattoli per bambini, ad esempio, forse un negozio dal design industriale con mobili d’acciaio, colori freddi e superfici grezze non è l’ideale.

#2: Parola d’ordine: versatilità nel tempo

Opta per mobili per negozi che siano semplici, modulari e versatili, così da poter modificare l’allestimento nel corso del tempo e riutilizzare gli stessi arredi. Pannelli dogati, espositori e scaffali leggeri e facili da spostare ti consentiranno di giocare con la disposizione in futuro, senza troppi sforzi.

#3: Cattura il cliente al primo passo

Cura nel dettaglio la vetrina e l’ingresso: la prima ha il compito di attirare l’attenzione, il secondo di accogliere il cliente invogliandolo a proseguire la visita all’interno del negozio. Se all’entrata inserisci troppi stimoli e ostacoli, rischi di fargli cambiare idea e di spingerlo a uscire.

#4: Illuminazione: e luce fu!

Alcuni esercizi commerciali hanno la fortuna di essere dotati di grandi vetrate da cui entra luce naturale in quantità. Questa è la situazione ideale, certo, ma l’illuminazione artificiale può essere altrettanto efficace se ben calibrata.

Il suo ruolo è quello di segnalare chiaramente che il tuo negozio è aperto, oltre che di permettere di osservare i prodotti senza sforzo. In ultimo luogo – ma non per importanza – lampade e lampadari possono creare un vero e proprio percorso da far seguire al cliente. Le persone sono attratte dalla luce e tendono ad andare nella sua direzione: potresti pensare di sfruttare una controsoffittatura illuminata per guidare gli utenti.

#5: Negozio o showroom?

Possiamo creare delle isole in cui esporre i prodotti in base a un tema che li accomuna, come se si trattasse di uno showroom. Questo inviterà i clienti a soffermarsi in zone specifiche dell’ambiente, oltre ad aumentare il valore percepito della merce proposta.

#6: Largo agli accessori!

Per completare il carattere dell’ambiente, una buona idea è quella di giocare con il colore delle pareti e con piccoli complementi d’arredo decorativi che possono essere cambiati facilmente a seconda della stagione o delle necessità del momento.

Banco cassa, espositori, lampadari, scaffali: ogni componente troverà il giusto spazio all’interno del tuo negozio. In questo momento storico, però, c’è un’ulteriore variabile da considerare nella scelta dell’arredo per gli esercizi commerciali: le buone prassi legate al covid-19. Vediamo come si inseriscono nel contesto dell’arredamento dei negozi.

 

Allestimento negozio a prova di covid-19

Se stai allestendo o rinnovando l’arredamento del tuo negozio proprio adesso, sai bene che è necessario tener conto delle  direttive per contenere la diffusione del coronavirus.

Per svolgere la tua attività in totale sicurezza, sia per te che per i tuoi clienti, presta particolare attenzione a questi punti:

  • fai in modo che all’interno sia sempre possibile mantenere un corretto distanziamento sociale (almeno un metro): non riempire il negozio con troppi mobili che risulterebbero d’ostacolo e favorisci il flusso dei visitatori in una direzione specifica;
  • prevedi delle stazioni di igienizzazione all’ingresso del punto vendita e alla cassa;
  • valuta se inserire dei pannelli protettivi in plexiglass al banco cassa o nelle zone più affollate dell’esercizio commerciale.

Oltre a queste accortezze, per alcuni tipi di rivendite può risultare utile prevedere un sistema di prenotazione delle visite, così da essere certi di non veder arrivare troppi clienti in contemporanea. Certo, questo non è un consiglio strettamente legato all’arredamento del negozio, ma ci sentiamo di dartelo comunque: l’abbiamo messo in pratica anche noi di Iori Arredamenti alla riapertura del nostro showroom e si è rivelato un’ottima idea.

Vuoi far fare un salto di qualità al tuo negozio, con arredamenti capaci di combinare estetica e funzionalità? Mettiti in contatto con noi: i nostri designer sono pronti ad affiancarti per realizzare un punto vendita in cui i tuoi clienti non vedranno l’ora di entrare, comprare e tornare di nuovo.

Illuminazione scale interne: praticità senza rinunciare allo stile

In un’abitazione su più piani, l’illuminazione per scale interne è uno degli elementi di cui occuparsi in fase di progettazione. Commettere l’errore di trascurare questo aspetto può voler dire rischiare brutte cadute e scivoloni, a causa dei gradini illuminati male. Oltre a questo, anche l’estetica della casa ne risentirebbe: le scale, se ben valorizzate da faretti o led, danno infatti un tocco di carattere all’ambiente in cui si trovano.

Si pone sempre molta attenzione al rivestimento per i gradini e al corrimano, ma anche l’illuminazione gioca la sua parte per un risultato d’effetto. Sarebbe un peccato non sfruttarne tutte le potenzialità! La scelta delle luci dipende molto dalla tipologia di scale interne a cui si applicano, che possono essere:

  • con gradini a vista;
  • racchiuse fra due pareti;
  • a più rampe, con un vano centrale;
  • a chiocciola.

In base alla tipologia e, in generale, allo stile del resto della casa, puoi realizzare l’impianto di illuminazione che meglio si addice a un elemento funzionale e d’arredo come la scala.

Come illuminare la scala a vista

La scala a vista è fra le soluzioni più diffuse e prevede di solito una rampa di collegamento fra la zona giorno e la zona notte della casa. I gradini sono visibili dal piano terra e spesso è presente un corrimano a protezione.

Essendo così esposta, è più che mai importante che la struttura sia piacevole alla vista. La giusta illuminazione può rendere le tue scale interne davvero scenografiche, oltre che sicure e ben visibili anche al buio.

Questa è una situazione piuttosto fortunata, che si presta a essere interpretata in diversi modi. Ad esempio:

  • faretti per scale interne montati sulla parete e orientati verso gli scalini;
  • luci a led sottogradino, per scandire i rialzi uno a uno;
  • strip illuminato lungo il corrimano;
  • profili di led a tutta altezza sul muro a lato della scala interna, per un’illuminazione originale e moderna;
  • applique di design a distanze regolari, che proiettino sia verso l’alto che verso il basso creando quasi delle colonne luminose.

Come vedi non c’è limite alla fantasia: la configurazione finale dipende dalle tue preferenze e da aspetti tecnici legati alle tracce elettriche disponibili.

Con il nostro servizio di progettazione ti diamo una mano a trovare la soluzione più adatta per valorizzare le tue scale.

Quali luci per scale interne fra due muri?

Come spesso accade, potresti avere un corridoio all’interno del quale è posizionata la rampa. Uno spazio del genere – che probabilmente non riceve luce dall’esterno – va progettato con attenzione per renderlo funzionale e farlo sembrare più ampio.

In questo caso ci sentiamo di suggerirti di illuminare la scala interna con un profilo di led che segua tutto il corrimano, che sia montato a parete o realizzato sotto forma di nicchia. L’effetto è lineare e minimalista, oltre che pratico, perché illumina tutto il vano in modo uniforme.

Per questo tipo di scale interne, anche i faretti segnapasso possono essere un’idea. Ti consigliamo di orientarli verso la parete di fronte, in modo da diffondere la luce verso il gradino e il resto dello spazio.

Se vuoi qualcosa più originale, puoi aumentare la luce fra i due muri con l’intervento di un tunnel solare. Ne avevamo parlato a proposito della nostra idea di casa del futuro, che immaginiamo brillante e confortevole: te lo suggeriamo anche perché è un modo sostenibile per portare la luce naturale in un ambiente che altrimenti non ne riceverebbe.

Illuminazione per scale interne particolari

Alcune soluzioni architettoniche sono più rare e possono rendere davvero unico l’ambiente che le ospita. Parliamo ad esempio delle rampe multiple con un vuoto centrale e delle scale a chiocciola: se hai la fortuna di possedere una casa dotata di queste strutture, non puoi non approfittarne per illuminarle con stile.

Scala con vano centrale: rendila protagonista

Questo tipo di scala è forse quella dall’impatto scenico maggiore, che può essere enfatizzato da un impianto di illuminazione ad hoc.

Qui, infatti, puoi osare con un lampadario a sospensione che riempia il vuoto centrale con tutto il suo carattere. Immagina cavi di lunghezze diverse a sostenere lampade di design, magari asimmetriche per conferire ulteriore movimento. Ogni piano verrà illuminato dall’elemento protagonista, e i singoli gradini possono essere rinforzati con luci per scale interne a corrimano o segna passo.

Le luci per valorizzare una scala a chiocciola

Una scala dalla struttura così particolare può risultare ancora più difficoltosa da salire e scendere se non è ben illuminata. In questo caso, a maggior ragione, le luci devono essere scelte prima di tutto per la sicurezza, senza per questo lasciare da parte l’impatto visivo.

La soluzione più frequente è quella di illuminare la scala a chiocciola interna dal basso, per slanciarla in altezza. Anche qui puoi decidere di sottolineare la geometria con profili a led sotto ogni gradino, ma attenzione a nel caso siano a vista: se esageri con troppe luci, rischi di ottenere un effetto psichedelico data la forma a spirale di questa scala.

Ancora qualche consiglio sull’illuminazione delle scale interne

A questo punto è piuttosto chiaro che hai infinite possibilità per fare luce alla tua scala interna in modo da creare un’atmosfera ricca di personalità senza trascurare l’aspetto pratico e la sicurezza.

Vogliamo lasciarti ancora qualche suggerimento finale per ottenere un risultato davvero perfetto:

  1. se possibile, scegli dei punti luce a incasso orientabili: in questo modo non avrai nulla che sporge dal muro e che richiede di essere pulito regolarmente, e nessun rischio di raggi che colpiscano gli occhi di chi cammina per casa;
  2. non pensare solo al tipo di faretti per scale interne da installare, cura anche l’altezza a cui posizionarli: più sono alti, più l’illuminazione risulta diffusa;
  3. assicurati che gli interruttori siano in punti comodi sia per chi sale che per chi scende o, ancora meglio, opta per delle luci che si attivino con un sensore di movimento;
  4. il vano della scala può essere definito dall’aggiunta di un controsoffitto che faccia da cornice e nasconda luci a led e faretti;
  5. fai ogni valutazione insieme a un arredatore di interni che ti segua fin dalla fase di progettazione: solo così avrai la certezza di poter inserire le tracce elettriche necessarie all’installazione delle lampade, evitando il disagio che comporterebbe un intervento successivo.

Se farai attenzione a ogni dettaglio – dall’intensità delle lampadine al posizionamento dei punti luce, dalla coerenza stilistica col resto dell’arredo ai risvolti più funzionali – potrai dare vita a un impianto di illuminazione per scale interne che renda tutto l’ambiente indimenticabile.

Mandaci subito un messaggio per iniziare a progettare con noi: gli esperti di Iori Arredamenti sono pronti per dare alle tue scale una veste che non avevi nemmeno immaginato.

La casa del futuro? Luminosa, verde e confortevole

L’emergenza sanitaria che ha inaugurato questo 2020 sta portando le nostre vite in una direzione che ancora fatichiamo a comprendere con chiarezza. L’interruzione delle attività in tutto il paese e l’obbligo di isolamento domestico hanno stravolto le nostre abitudini. Le giornate si riempiono di nuove routine, mutano le esigenze quotidiane e, con esse, anche il modo in cui viviamo i nostri spazi, soprattutto quelli domestici.

La tua casa – che fino a qualche giorno prima tutto sommato non ti dispiaceva – all’improvviso ti appare inadeguata. Quella finestra in meno, il balcone troppo piccolo, l’assenza di un giardino o di uno spazio di lavoro ti sembrano oggi dettagli imprescindibili per garantirti una buona qualità di vita.

Nonostante la difficoltà e la fatica di questo isolamento forzato, noi di Iori Arredamenti ti suggeriamo di cogliere questa preziosa occasione per ripensare la tua abitazione, analizzando le tue esigenze reali e immaginando la casa del futuro.

Noi siamo al tuo fianco in questo momento difficile, come abbiamo fatto negli ultimi 60 anni e come continueremo a fare, per rendere la tua casa sempre più adatta a te.

Osservare la casa con occhi diversi

Questa pandemia sta mettendo l’Italia e il resto del mondo a dura prova sotto tanti punti di vista. Rimanere fermi e rinchiusi tutto il giorno fra le nostre quattro mura ci impone di riconsiderare la distribuzione degli spazi delle nostre abitazioni, e le loro funzionalità.

Prima dell’emergenza coronavirus eravamo soliti trascorrere la maggior parte delle nostre giornate fuori dalle mura domestiche: a lavoro, in auto o sui mezzi pubblici, nei luoghi di aggregazione. E anche chi era già abituato a stare molto in casa, forse non aveva mai dovuto convivere per così tante ore con gli altri membri della famiglia.

Ora gli ambienti sono all’improvviso troppo piccoli, troppo angusti, poco luminosi o soffocanti: la casa è sempre la stessa, ma sono le nostre priorità ad aver subito un cambiamento radicale. Queste le situazioni più comuni che stiamo riscontrando, e siamo certi che alcune di loro ti suoneranno molto familiari:

  • inizia a pesarti l’assenza di un terrazzo o almeno di un balcone abitabile dal quale goderti un po’ di aria aperta;
  • sostituiresti volentieri la vista sul palazzo di fronte con un bel panorama aperto, magari da cui ammirare le luci di un tramonto;
  • vorresti tanto uno spazio verde tutto tuo – anche piccolo – dove far giocare i bambini o lasciar correre il cane senza perderli di vista, perché il cortile condominiale ti sta stretto;
  • senti forte la necessità di aumentare la luce in casa per migliorare l’umore, la vivibilità e ampliare gli spazi;
  • ti manca come l’aria una stanza tutta per te, dove lavorare, leggere, fare ginnastica o anche solo ritagliarti un momento di pausa e riflessione.

Alcune di queste esigenze possono trovare risposta con un intervento di riprogettazione degli spazi e successiva ristrutturazione. Per altre, invece, dovrai necessariamente valutare l’ipotesi di cambiare casa. A prescindere però tutto questo, che ne dici di approfittare di questa riflessione per analizzare più a fondo le tue necessità ed eventuali soluzioni?

La casa del futuro, da sogno a progetto

Progettare abitazioni che siano non solo funzionali ma anche confortevoli e personalizzate è una delle attività che ci riesce meglio e che amiamo di più. Vogliamo quindi darti qualche spunto su cui ragionare ora e lavorare appena possibile. Insieme.

1. Aumentare la luce in casa

La luminosità è un elemento centrale per rendere vivibili gli ambienti. Non solo perché li fa sembrare più spaziosi, ma anche perché fa bene al tuo umore. A livello pratico la luce aiuta a non affaticare gli occhi e a tenere traccia del passare del tempo, regolando i cicli vitali in modo naturale.

Esistono diverse soluzioni per aumentare la luce della casa, anche in mancanza di grandi vetrate. Innanzitutto prediligi per i muri delle pitture luminose e brillanti – ad esempio a strisce – al posto di colori scuri, spenti o troppo pesanti. E grazie alla presenza di specchi e mobili in materiali riflettenti potrai amplificare l’effetto della – anche poca – luce naturale. Esistono poi soluzioni innovative come il tunnel solare a parete: una calotta trasparente tubolare da installare sul tetto o sui muri, capace di portare luce anche nell’angolo più nascosto della casa.

2. Migliorare il comfort abitativo

Bisogna sempre partire dalle basi prima di pensare ai piccoli dettagli che rendono un’abitazione più piacevole. Se in questo periodo stai notando che l’ambiente non è del tutto salubre, sarà quello l’aspetto iniziale da cui cominciare a lavorare. Potremo intervenire per riparare eventuali infiltrazioni, migliorare l’efficacia dei ponti termici, eliminare fastidiosi spifferi e rimuovere i danni causati dall’umidità, come macchie o muffe.

Non solo: è importante verificare anche che infissi e impianti siano in condizioni ottimali ed efficienti dal punto di vista energetico. Meno spese, più comfort e – dettaglio per nulla trascurabile – il pianeta ringrazierà.

3. Pensare ad arredi davvero “giusti”

La funzionalità è da sempre un dettaglio cruciale nella scelta dei complementi d’arredo: ottimizzare gli spazi, renderli pratici e di facile utilizzo era di solito la priorità generale. Vivere fra le mura domestiche per così tanto tempo ci sta facendo comprendere quanto sia importante la comodità dei mobili scelti. Ben vengano l’efficienza, l’ottimizzazione, la praticità, ma le nostre case devono anche procurarci piacere, armonia, appagamento. Godere della nostra casa, oggi, è diventata una ulteriore priorità.

Via libera quindi ai tocchi personali come quadri o tappeti, a poltrone in cui affondare in compagnia del libro preferito, a stanze – o angoli – dedicati ad attività specifiche. La casa del futuro dovrà prendersi cura di te, e non solo viceversa.

4. Ritagliare un angolo verde

Restare confinati in un ambiente artificiale ci ha fatto toccare con mano l’importanza della natura. Basta anche solo un piccolo orto in terrazzo, una pianta in salotto o un giardinetto privato.

Il verde delle piante tranquillizza, ti rimette in contatto con una dimensione più semplice, a misura d’uomo, e dà colore anche a quei momenti in cui tutto sembra grigio.

5. Valorizzare il senso di comunità

Quest’ultimo punto non è strettamente legato al nostro lavoro, è vero. Momenti di crisi come quello che stiamo vivendo, però, sono utili anche per rendersi conto di ciò che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi ma che non notavamo da tempo. Come il ruolo fondamentale della comunità che ci circonda, ad esempio. Stare chiusi in casa, lontani dai nostri affetti, ci fa sentire più che mai il bisogno di calore umano.

Ed ecco che avere vicini di casa con cui scambiare due parole da balcone a balcone, sapere di poter contare su un aiuto reciproco nelle situazioni difficili, o la giusta compagnia per un bel pranzo comune una volta finito tutto questo… beh, aiuta di certo.

Sulla base della nostra esperienza di professionisti dell’arredamento – ma anche in quanto persone colpite da questa situazione inaspettata – per noi la casa del futuro rappresenterà un po’ un ritorno al passato. Spazi più umani e in sintonia con la natura, perfetti per essere condivisi senza sentirsi oppressi, ma anche capaci di regalare la giusta riservatezza nei momenti più riflessivi e intimi. Iori Arredamenti sarà con te, per aiutarti ad aprire nuovamente la tua casa a quel mondo che sempre di più, negli ultimi anni, abbiamo chiuso fuori dalla porta.

Vasca da bagno, dimensioni e forme per ogni esigenza

La vasca da bagno è un complemento d’arredo che rimanda subito all’idea di relax, piacere e lusso. Non c’è da stupirsi se siamo in tanti a sognare di averne una. Allo stesso tempo, però, molti pensano di non potersela permettere o che il loro bagno sia troppo piccolo e poco idoneo a ospitarla.

In realtà esistono vasche da bagno di dimensioni e forme diverse, adattabili a ogni spazio e necessità. Standard o su misura, rettangolari o rotonde, con o senza idromassaggio: insieme a noi troverai la vasca perfetta per te. Continua a leggere e scopri tutte le possibilità che hai a disposizione.

Come scegliere la tua vasca da bagno

La scelta della vasca da bagno, ancora più di quella degli altri sanitari, va ben ponderata già in fase di progettazione. Sono diversi i parametri da considerare al di là del prezzo, che può variare molto in base all’insieme delle caratteristiche del prodotto.

Per avere la certezza di fare un acquisto adatto sia alle tue esigenze che allo spazio in cui verrà inserito, ci sono tre elementi essenziali da valutare.

  1. Il materiale della vasca da bagno: dall’acrilico alla vetroresina smaltata, dall’acciaio ai composti di materiali più all’avanguardia.
  2. La forma: oltre alla tradizionale vasca rettangolare, esistono quelle rotonde, angolari, quadrate e anche asimmetriche, come vedremo fra poco.
  3. Le misure della vasca da bagno e della stanza che la accoglierà: l’abbiamo lasciato come ultimo punto, ma valutare gli spazi è il primo passaggio da compiere in vista della decisione.

Conoscere alla perfezione l’ampiezza del tuo bagno ci consente di fare una scrematura iniziale fra la miriade di vasche presenti sul mercato. In fase di progettazione è molto importante analizzare con cura le dimensioni degli spazi a disposizione, perché da questo dettaglio dipendono la maggior parte delle scelte tecniche e di design.

Vasche da bagno e dimensioni

Se è vero che a specifiche ampiezze del bagno corrispondono particolari dimensioni della vasca, è altrettanto vero che – come per tutti i complementi d’arredo – esistono degli standard di riferimento.

La lunghezza della vasca da bagno classica, rettangolare, è compresa fra i 140 e i 170 centimetri, la larghezza è di 70cm e l’altezza di 55cm. Queste misure garantiscono il giusto comfort in ogni fase di utilizzo della vasca, incluse l’entrata e l’uscita.

Se però il tuo bagno ha una pianta irregolare, è molto piccolo o al contrario particolarmente spazioso e personalizzabile, considera che sul mercato trovi vasche di ogni dimensione e forma. In generale da listino le possibilità spaziano fra:

  • 120-180cm di lunghezza;
  • 70-85cm di larghezza;
  • 50-65cm di altezza.

Senza contare, poi, tutte le soluzioni per un arredamento del bagno su misura per chi vuole qualcosa di davvero unico. Vediamo alcuni esempi di come combinare dimensioni e forme in base alla superficie disponibile: è probabile che fra queste tipologie di vasca si nasconda quella perfetta per te.

Bagno piccolo: minore ingombro, stesso relax

Negli appartamenti moderni le metrature sono spesso contenute. Ciò non implica, però, che tu debba rinunciare a questo tipo di complemento per il tuo bagno. Nel nostro articolo su come arredare un bagno piccolo abbiamo proposto alcune soluzioni per godere del piacere della vasca anche con pochi metri quadrati a disposizione.

Il mercato offre vasche dalle dimensioni compatte e di forme capaci di sfruttare al meglio il poco spazio disponibile. Spesso prendono ispirazione dalle antiche tinozze: lunghezza e larghezza diminuiscono – fino a misurare poco più di 1 metro – in favore dell’altezza, in modo da rimanere capienti a sufficienza. Di solito questo tipo di vasche ha un gradino al suo interno, su cui potrai sederti comodamente durante il bagno.

Una vasca angolare, quadrata o rettangolare è perfetta in questa situazione, perché permette di ottimizzare le superfici senza lasciare angoli ciechi e scomodi da pulire. Le misure di vasche da bagno di questo genere vanno dai 105×70 centimetri – per una soluzione rettangolare davvero mini ma completa di tutte le funzionalità necessarie – fino alla vasca quadrata di 110×110 centimetri. Non importa quanto sia piccola: nonostante le ridotte dimensioni, una vasca da bagno come questa può essere anche dotata di idromassaggio!

Bagno medio o irregolare: punta sull’originalità

Un bagno di metratura media ti concede qualche possibilità in più nella scelta della vasca. Perché non installarne una di forma irregolare, magari ad angolo? Riusciresti a utilizzare anche gli spazi più difficili in modo creativo.

Questo genere di vasca da bagno ha dimensioni che spaziano fra i 120x120cm e i 170x170cm, ma i due lati addossati alla parete possono anche avere misure diverse fra loro. Dipende tutto dalla struttura della stanza: affidati a un progettista per ottimizzare il più possibile. Nello spazio ancora vuoto che si trasformerà nella tua sala da bagno, un professionista riesce a vedere potenzialità che sfuggirebbero a chi non è del mestiere. In base all’ampiezza a disposizione, alla forma specifica della stanza e allo stile che vuoi ottenere, sarà quindi in grado di valutare le dimensioni della vasca da bagno ideale.

Un’altra opzione molto valida per bagni di grandezza media o di forma irregolare è la vasca da bagno freestanding, ovvero a libera installazione. Potrai inserirla nel punto che preferisci all’interno della stanza, anche lontana dalle pareti; assicurati solo di lasciare abbastanza spazio – 70cm circa – per muoverti con facilità tutto attorno. Ne esistono di moderne e minimaliste o coi piedini in stile vintage: troverai ciò che fa per te, qualsiasi siano i tuoi gusti. Per quanto riguarda le misure, la vasca da bagno freestanding non rientra quasi mai negli standard proprio perché è una soluzione particolare e creativa. Le sue dimensioni possono aggirarsi attorno ai 180×80 centimetri, ma per spazi più contenuti si può partire da una lunghezza di 140-160cm e da una larghezza di 65-75cm. Detto questo, nessuno ti vieta di optare per vasche da bagno con misure monumentali… ma soltanto se hai a disposizione una superficie davvero estesa, come quella di cui stiamo per parlarti.

Bagno ampio: largo alla fantasia

Se hai la fortuna di avere una stanza da bagno molto grande, puoi scegliere la vasca in assoluta libertà. Le dimensioni non sono un problema, quindi perché limitarsi a una vasca singola quando potresti installarne una doppia o oversize? Le misure di queste vasche, con idromassaggio o meno, si attestano sui 180-185cm di lunghezza e gli 80-100cm di larghezza nella forma rettangolare. Quest’ultima dimensione arriva fino ai 140cm nelle vasche quadrate.

Se poi vuoi proprio esagerare, concediti una vasca idromassaggio di 190x160cmo scegli personalmente le misure. Potrai addossarla al muro, magari sotto una finestra panoramica, oppure installarne una rotonda al centro della stanza per un effetto finale lussuoso ed elegante. Chi non vuole badare a spese può valutare la possibilità di personalizzare le misure della vasca da bagno. È chiaro che poi bisognerà coinvolgere un professionista per trasformare il progetto in realtà, ma di questo non devi preoccuparti. Noi di Iori Arredamenti staremo al tuo fianco con la consulenza dei nostri arredatori di interni e ti seguiremo in tutti i passaggi necessari per realizzare la vasca dei tuoi sogni. Tu non dovrai fare altro che seguire la tua ispirazione e i suggerimenti del progettista. Immagina la meravigliosa sensazione di un rilassante bagno caldo in una vasca simile, magari a lume di candela e con un bel calice di vino in mano: scommettiamo che stai già pensando a quale bottiglia stappare.

Sfruttare lo spazio con le forme

Come hai potuto intuire, forma e dimensioni della vasca da bagno sono due variabili intrecciate fra loro. Se combinate nel modo giusto, permettono di ottimizzare ogni tipo di ambiente e creare un luogo che sia funzionale e tranquillo. Un angolo di pace da goderti in solitudine leggendo un buon libro o – se gli spazi lo permettono – anche in compagnia.

Giunti a questo punto, facciamo un piccolo riassunto cosicché tu abbia ben presente tutta la gamma di possibilità a disposizione in base a questi due parametri:

  • le dimensioni di una vasca da bagno rettangolare – forse la più comune – partono da 105x70cm e arrivano a 180x100cm nella versione più spaziosa;
  • le misure di una vasca da bagno quadrata piccola sono di solito 120x120cm, mentre quelle grandi arrivano a 180x180cm;
  • per le vasche angolari, perfette per bagni mini, le dimensioni spaziano da 110x110cm a salire;
  • le più ingombranti vasche da bagno rotonde hanno misure di minimo 140 e massimo 180cm di diametro;
  • le misure delle vasche da bagno asimmetriche, infine, sono le più difficili da stabilire e possono variare all’interno dei diversi range elencati.

Senza parlare poi della personalizzazione delle misure citata in precedenza, che ti permette di ottenere un risultato perfettamente in linea con ogni tua necessità. Se alla questione “forma e dimensioni” aggiungi anche la scelta del materiale, la tua vasca potrà diventare un pezzo unico in cui concederti momenti di incredibile – e meritato – relax.

Per individuare a colpo sicuro la vasca da bagno delle dimensioni giuste e con le caratteristiche estetiche e pratiche che preferisci, è fondamentale rivolgersi a dei professionisti che sappiano consigliarti. I designer di interni di Iori Arredamenti sono qui, a tua disposizione.

Pavimento in resina 3D o classico per rendere unica la tua casa

Desideri dare un tocco di originalità ed eleganza alla tua casa? Un pavimento in resina 3D potrebbe essere ciò che fa per te. L’impiego della resine ha origini molto antiche, ma è dagli anni ‘90 che si è diffuso in modo massiccio nel repertorio degli interior designer. L’impatto estetico e l’elevato grado di personalizzazione sono le due caratteristiche che rendono la resina un’eccellente alternativa ai classici materiali utilizzati per i pavimenti di case e negozi.

Se l’idea di una pavimentazione con effetto tridimensionale ti stuzzica, prosegui nella lettura: troverai tutte le informazioni che ti aiuteranno a decidere se la resina e gli adesivi 3D facciano al caso tuo.

Perché scegliere un pavimento in resina?

A determinare il crescente successo dei pavimenti in resina è senza dubbio il loro aspetto estetico. Le caratteristiche del materiale, infatti, permettono di realizzare rivestimenti unici che si integrano con il design complessivo degli spazi secondo le esigenze e i gusti di chi li abita. La composizione dell’amalgama e le molteplici alternative di applicazione consentono di creare una varietà di effetti e colori pressoché infinita, che spazia dai pavimenti classici lisci o opachi fino ai più eccentrici disegni su adesivi 3D.

Un altro valido motivo per scegliere la resina è la qualità del materiale che si presta a una pulizia facile e veloce. Grazie all’uniformità della superficie e alla sua composizione chimica, il pavimento in resina è impermeabile ed è un terreno ostico per muffe e batteri: l’ideale per rivestire bagno e cucina.

Se stai valutando di rinnovare casa o di ristrutturarne una appena acquistata, potresti aver bisogno di sostituire i pavimenti. Anche in questo caso la resina potrebbe essere la scelta giusta perché la posa non richiede necessariamente la rimozione della superficie sottostante. Con la resina autolivellante, infatti, è sufficiente applicare l’amalgama sopra al pavimento esistente per ottenere una superficie completamente rinnovata e risparmiare tempo e denaro.

Gli svantaggi della resina

Compresi gli straordinari vantaggi del pavimento in resina, prima di prendere una decisione è opportuno anche tenere conto dei suoi difetti. Innanzitutto bisogna valutare il grado di resistenza della resina che, pur essendo durevole, è soggetta a usura e abrasioni. Per ridurre gli inestetismi dell’invecchiamento una buona soluzione è orientarsi verso una composizione opaca o un effetto spatolato, che danno meno risalto alle imperfezioni rispetto a una superficie liscia.

Le crepe possono comparire anche a causa della scarsa uniformità del pavimento sottostante o per la presenza di bolle d’aria nell’amalgama. Il nostro consiglio è sempre di rivolgerti a professionisti esperti che sappiano preparare il terreno e il materiale in modo che non si presentino spiacevoli inconvenienti.

Un altro nemico dei pavimenti in resina sono i raggi UV che, con il tempo, possono causare un ingiallimento delle superfici illuminate dal sole. Anche in questo caso hai a disposizione più soluzioni. Oltre a scegliere sfumature tendenti al tortora, sulle quali l’effetto è poco evidente, valuta la composizione chimica. Le resine, infatti, non sono tutte uguali: in commercio esistono diversi materiali e, tra questi, si trovano ottime composizioni resistenti ai raggi UV. Vediamo insieme quali e come scegliere quella che fa al caso tuo.

  • Resina epossidica: caratterizzata da un’eccellente robustezza meccanica e termica, la resina epossidica è utilizzata per il rivestimento di pavimenti e pareti oltre che per realizzare originali superfici decorate e uniformi grazie alla sua peculiare composizione autolivellante.
  • Resina acrilica: i principali vantaggi della resina acrilica sono la resistenza ai fenomeni climatici, al calore e alla formazione di muffe. Per questo motivo è la soluzione più idonea per i rivestimenti esterni come tetti e terrazzi, ma anche per le superfici vicine al piano cottura. A differenza delle altre composizioni, la resina acrilica viene venduta in forma liquida e questo consente di ridurre notevolmente i tempi di posa.
  • Resina cementizia: se stai cercando una soluzione impermeabile e resistente agli urti, agli agenti chimici, agli oli e ai raggi UV, la resina cementizia è quella che fa al caso tuo. L’applicazione attraverso una spatola conferisce un originale effetto ondulato al pavimento ricoperto da questo tipo di resina.

Queste sono solo alcune delle alternative presenti sul mercato, ma la gamma è in realtà molto più ampia. Il nostro consiglio è di evitare il fai-da-te e rivolgerti a professionisti esperti sia per la scelta del materiale che per la delicata realizzazione del tuo pavimento in resina 3D.

Quanto costa un pavimento in resina?

Per calcolare il prezzo di un pavimento in resina è necessario prima di tutto valutare lo stato della superficie preesistente: se sono presenti crepe o avvallamenti sarà necessario livellarli prima di procedere con l’applicazione, il che comporta un costo.

Una seconda variabile che influisce sulla determinazione del prezzo è la composizione della resina. Ogni materiale, infatti, ha il suo costo specifico e richiede tempi di preparazione e applicazione diversi, da tenere in considerazione per fare una valutazione delle ore di lavoro necessarie e una conseguente stima della spesa finale. Per darti un parametro indicativo, il costo di superfici spatolate – come quelle dei magazzini – si aggira intorno agli 80-100€/mq, mentre per quella liscia e lucida – selezionata in genere per le abitazioni – si possono raggiungere i 120€/mq.

Naturalmente i costi aumentano per le personalizzazioni più originali come quelle dei pavimenti in resina 3D. I prezzi sono influenzati dal tipo di decorazione e vanno da un minimo di 300€/mq fino a superare il migliaio. Per comprendere l’ampiezza di questa forbice, è il caso di approfondire l’argomento e scoprire quali possibilità offre un pavimento in resina tridimensionale.

Pavimento in resina 3D per un design eccentrico

Riesci a immaginare le onde del mare che scorrono lungo il corridoio di casa tua? Con i pavimenti in resina 3D puoi realizzare effetti stravaganti come questo, ma anche i più classici parquet o marmorizzati. La possibilità di personalizzare l’impasto della miscela consente di ottenere risultati unici a seconda dei colori, della consistenza e degli elementi aggiunti al composto, come i glitter per superfici brillanti o l’effetto spatolato grezzo ideale per un design industrial.

Se sei alla ricerca di uno stile audace puoi orientarti verso gli scenografici disegni tridimensionali. Oltre alle soluzioni proposte dalle imprese installatrici, puoi rivolgerti ad artisti e interior designer specializzati che realizzeranno gli adesivi 3D da applicare sotto la superficie trasparente della resina.

Grazie ai pavimenti in resina hai a disposizione un’ampia gamma di effetti per rendere indimenticabili le superfici della tua casa. Ricorda sempre, però, che il risultato deve essere funzionale e integrarsi con gli arredi già presenti.

Per ottenere un risultato armonioso e moderno, lasciati guidare nella progettazione: gli esperti di Iori Arredamenti ti consiglieranno le soluzioni più adatte ai tuoi spazi e realizzeranno il pavimento dei tuoi sogni. Contattaci ora per fissare un appuntamento, saremo felici di valutare con te tutte le alternative che la resina ti offre.

Guida pareti vetrate: tutto ciò che devi sapere per sfruttarle al meglio

Quando pensiamo agli interni di una casa abbiamo la tendenza a immaginare solo stanze indipendenti e chiuse da muri. E se invece decidessimo di aprire gli ambienti con pareti vetrate? Immagina la luminosità, il senso di ampio respiro e di grande apertura che potresti ricavare, con un tocco scenografico davvero speciale. Che si tratti solo di porte divisorie in vetro o di vere e proprie pareti, queste soluzioni ti aiuteranno ad alleggerire l’atmosfera e a dare un carattere preciso alla tua abitazione, ma anche all’ufficio.

Ma quali sono le opzioni possibili? Ecco tutto quello che devi sapere per sfruttare al meglio le pareti vetrate.

Pareti in vetro per uffici e abitazioni

Ambienti diversi hanno esigenze diverse, che vengono rispecchiate dal modo in cui un singolo elemento viene declinato. Le pareti vetrate ne sono un esempio: possono inserirsi in luoghi di lavoro o domestici con scopi pratici ed estetici specifici. Vediamo quali.

Pareti vetrate in ufficio: praticità e arredo

È molto importante che le porte divisorie e le pareti in vetro di un ufficio siano tenute in considerazione fin dalle prime fasi di progettazione. Solo in questo modo potremo dar vita a una soluzione funzionale e in linea con le esigenze dell’azienda.

Ma quali sono i ruoli che una parete in vetro può rivestire, in ambito lavorativo?

  • Separare ambienti in base al loro utilizzo.
    La parete vetrata può dividere singoli uffici, realizzare un ufficio all’interno di un open space, individuare lo spazio dedicato a una sala d’attesa o a quella per riunioni.
  • Arredare con stile.
    L’ufficio è una sorta di biglietto da visita dell’azienda, quindi ogni suo aspetto deve comunicarne l’essenza. Forme, materiali, colori: tutto va scelto con cura per garantire un risultato armonioso.
  • Favorire la produttività.
    Le pareti vetrate in ufficio devono rispondere anche a criteri ergonomici, rendendo lo spazio di lavoro accogliente e ottimale per chi lo utilizza ogni giorno.

Questa tipologia di pareti da un lato separa gli ambienti ma dall’altro preserva un’apertura e un effetto di continuità e trasparenza tra uno spazio e l’altro. Per preservare equilibrio e funzionalità ti consigliamo caldamente di rivolgerti a un interior designer che sappia individuare l’ingombro e il sistema di chiusura più adeguati, la posizione corretta delle porte in vetro e le soluzioni migliori dal punto di vista funzionale ed estetico.

Pareti in vetro in casa: efficienza, con stile

In un’abitazione privata porte trasparenti e pareti divisorie in vetrocemento possono essere sfruttate in modo ancora più flessibile, non solo per realizzare verande vetrate all’esterno, ma anche per valorizzare gli interni.

Ad esempio, se la tua abitazione è dotata di un’ampia zona giorno con cucina e salotto nello stesso ambiente, puoi usufruire di questo elemento per dividere gli spazi senza rinunciare all’effetto di apertura. La parete divisoria in vetro in cucina contiene gli odori, i suoni e l’umidità tipici di quella zona della casa, ma non blocca la luce e non rimpicciolisce gli spazi come farebbe un normale muro.

In un caso del genere ti suggeriamo di optare per porte in vetro scorrevoli senza binario a terra. In questo modo, ogni volta che vorrai, potrai aprire completamente l’ambiente senza impedimenti di sorta.

Le pareti vetrate risultano ideali anche in bagno, soprattutto se è quello di servizio in camera da letto e se non ha finestre sull’esterno. È sufficiente giocare con l’alternanza di opacità e trasparenza per garantire la privacy e, allo stesso tempo, l’illuminazione naturale dello spazio.

Ma le pareti divisorie in vetro o vetrocemento vanno bene anche per guardaroba e corridoi, oppure per separare la zona notte da quella giorno in un monolocale. Largo alla fantasia, ma sempre sotto la supervisione di progettisti esperti, come quelli di Iori Arredamenti, che possano valutare la fattibilità della tua idea e la resa estetica.

Pareti vetrate per tutti i gusti

Le pareti in vetro hanno il vantaggio di essere armonizzabili con qualsiasi ambiente domestico o lavorativo. Tutte hanno in comune la capacità di rendere gli spazi confortevoli e visivamente ampi, ma dettagli come le finiture e le tipologie di apertura fanno la differenza sullo stile finale. Alcuni esempi?

  • Le porte vetrate trasparenti favoriscono la luminosità naturale, mentre quelle fumé, bronzate o satinate sono utili per schermare o creare giochi di colore raffinati ed eleganti.
  • Le ante a specchio riflettenti sono la scelta più classica per le cabine armadio e la zona notte.
  • Se hai bisogno di ottimizzare uno spazio ristretto, punta su una porta scorrevole a scomparsa.
  • Quale stile hai scelto per l’arredamento e gli infissi della tua abitazione? In base ad esso, opta per pareti in vetro con profili in alluminio, legno o verniciati.
  • Se ami il minimalismo, puoi far incassare il binario delle porte divisorie in vetro all’interno del controsoffitto in cartongesso in modo da eliminare ogni elemento a vista.

Queste sono soltanto alcune idee per declinare le pareti vetrate in base alle tue esigenze estetiche e pratiche. E il nostro suggerimento è sempre lo stesso: scegli i designer professionisti di Iori Arredamenti, per avere la certezza di un lavoro che rispetti le norme di sicurezza e che dia vita all’ambiente che hai immaginato.

Arredatore d’interni, costo e valore della consulenza professionale

Hai appena acquistato una nuova casa da ristrutturare? L’appartamento in cui vivi non rispecchia più i tuoi gusti? Quello che ti serve è un progetto di interior design per rivisitare gli spazi e renderli funzionali, esteticamente gradevoli e accoglienti.

Vista la complessità del compito, il nostro consiglio è di rivolgerti a un arredatore d’interni esperto che sappia cogliere le tue necessità, individuare le soluzioni che fanno al caso tuo e preparare gli elaborati necessari per richiedere le autorizzazioni agli enti preposti.

Ma qual è il costo di un arredatore d’interni? Vediamo su quali basi valutare un preventivo e quali criteri tenere in considerazione per scegliere l’interior designer che fa per te.

Architetto d’interni: cosa fa e come sceglierlo

L’architetto d’interni è un professionista in costante aggiornamento che conosce i materiali e i prodotti disponibili sul mercato, le ultime tendenze in fatto di arredamento, gli aspetti normativi e burocratici e gli sgravi fiscali in materia di ristrutturazione.

Il ruolo dell’interior designer non è solo quello di sollevare il cliente dalle innumerevoli incombenze con le quali deve confrontarsi chiunque desideri rinnovare casa. Ogni professionista esperto nel campo della progettazione d’interni sa di avere un compito molto delicato perché deve essere in grado di cogliere le esigenze del cliente, i suoi gusti estetici e le preferenze in termini di funzionalità e stile. Il fine ultimo è realizzare un progetto cucito su misura, che rispecchi i desideri di chi abiterà la casa, valorizzi ogni spazio e rispetti budget e tempistiche indicati dal cliente.

Perché rivolgersi a un interior designer?

Al contrario di quello che potresti pensare, il lavoro svolto da una ditta edile non può sostituire la consulenza dell’interior designer. L’arredatore d’interni è infatti in grado di proporti soluzioni in linea con i tuoi gusti, ma anche di ottimizzare gli interventi per aiutarti a risparmiare tempo e denaro sui lavori.

Un buon architetto d’interni sa quanto sia complesso descrivere un progetto di ristrutturazione, quindi produrrà una serie di elaborati grafici che illustreranno nel dettaglio ogni fase dei lavori e il risultato finale. Disegni in scala dettagliati, rendering 3D, piante e sezioni su elaborati tecnici esecutivi: ogni progetto nasce su carta o su computer prima di trasformarsi in realtà. L’elaborazione grafica non ha il solo scopo di illustrare il progetto completo alla committenza, ma anche guidare i lavori della ditta edile e i tutti i professionisti coinvolti nella ristrutturazione nel pieno rispetto della normativa e degli adempimenti necessari per ottenere le agevolazioni previste.

Come puoi immaginare, stabilire ogni particolare prima di dare inizio ai lavori è la soluzione migliore per contenere i costi e affrontare serenamente il percorso di ristrutturazione. Il nostro suggerimento è di coinvolgere l’arredatore d’interni in tutte le fasi del progetto ma, in base alle tue necessità, puoi anche valutare di commissionarne solo una parte.

Le fasi della progettazione d’interni

Il lavoro della progettazione d’interni va suddiviso in più fasi che spaziano dall’analisi delle esigenze del cliente alla personalizzazione degli elementi d’arredo. Come dicevamo poco fa, puoi scegliere se assegnare a un professionista l’intero lavoro di ristrutturazione o solo alcune fasi. Naturalmente, più attività affidi all’arredatore d’interni maggiori saranno i costi della consulenza. D’altro canto è molto probabile che, grazie alla sua conoscenza del mercato e alla gestione dei lavori, riuscirai a contenere le spese di ristrutturazione.

In linea di massima un lavoro di progettazione d’interni si suddivide in:

  1. FASE PRELIMINARE:
    • analisi delle esigenze e dei gusti del cliente;
    • valutazione delle condizioni dell’appartamento;
  2. REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
    • consegna della prima bozza;
    • correzione del progetto in accordo con il cliente;
    • approvazione del progetto definitivo;
  3. SELEZIONE DI ARTIGIANI E FORNITORI;
  4. REALIZZAZIONE DEGLI ELABORATI TECNICI PER LA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONI AGLI ENTI PREPOSTI;
  5. COORDINAMENTO, SUPERVISIONE E DIREZIONE DEI LAVORI;
  6. VERIFICA FINALE.

Come vedi la progettazione d’interni è un percorso strutturato e composito, che richiede competenze ben precise.

Prima di coinvolgere un interior designer, scegli in quale fase dei lavori farlo subentrare e quali attività affidargli. Vuoi che ti proponga un progetto su carta che trasformerai in realtà in autonomia? Desideri che si occupi della supervisione dei lavori al posto tuo? Oppure preferisci che si occupi dell’intero progetto di arredamento?

Queste sono valutazioni preliminari che spettano solo a te: l’architetto d’interni ti proporrà un preventivo su misura suddiviso in voci di costo in base alle fasi dei lavori che sceglierai di affidargli.

Richiedere un preventivo all’arredatore d’interni

Una volta che hai stabilito come strutturare la collaborazione, richiedi all’arredatore un preventivo dettagliato delle sue prestazioni. Riceverai un documento suddiviso in voci distinte che ti permetterà di confrontare il tuo piano col budget che hai a disposizione, prima di prendere le decisioni finali.

È importante che nel documento siano specificati anche termini e modalità di pagamento: potresti dover anticipare una percentuale del compenso all’apertura dei lavori e saldare l’importo alla consegna, oppure corrispondere un compenso specifico ad ogni fase.

Quali variabili influiscono sul costo dell’arredatore d’interni?

Tra le voci del preventivo che ti fornirà l’interior designer troverai anche la sua parcella. Non esistono norme che regolano e uniformano il costo delle consulenza in questo ambito, per cui ciascun professionista stabilisce la cifra che ritiene opportuno chiedere per la sua prestazione.

Come abbiamo detto, le fasi del processo di ristrutturazione che intendi affidare all’interior designer contribuiscono a determinare il costo finale, ma non sono le uniche variabili in gioco. Il professionista deve valutare anche il luogo di lavoro, il tempo previsto per portare a termine il progetto e le competenze tecniche che dovrà mettere in campo. Anche il livello di responsabilità richiesto ha un peso sulla parcella: il coordinamento dei lavori è un’incombenza più delicata in termini di responsabilità rispetto alla preparazione del solo progetto di arredamento.

Una volta valutate tutte le variabili, l’arredatore d’interni inserisce nel preventivo la sua parcella che può richiedere in diverse formule:

  • una percentuale sull’importo complessivo dei lavori che varia, in genere, dal 2 al 6%;
  • un importo fisso per una consulenza completa: un professionista che, dalla prima proposta progettuale, ti accompagna fino alla chiusura dei lavori può attribuire alla sua consulenza un valore che oscilla tra 1.200€ e 3.500€ per un appartamento da 100mq, ma potresti imbatterti anche in offerte che raggiungono 15.000€.
  • piccoli consulti: per contenere il costo dell’interior designer puoi valutare l’opzione di richiedere una consulenza semplice, una valutazione dei lavori senza il supporto di rendering o elaborati grafici di alcun genere. In questo caso puoi stimare un costo indicativo di 50€ all’ora.

Teniamo a ribadire che le cifre riportate sono puramente indicative e che ogni professionista è libero di attribuire al proprio lavoro il valore che ritiene opportuno. Il nostro suggerimento è di valutare le offerte non solo in base all’importo della parcella, ma anche alla qualità dei progetti che l’architetto d’interni ha realizzato nel suo percorso. L’interior design include aspetti creativi che determinano lo stile di ciascun professionista: scegli quello che fa al caso tuo dopo aver esaminato il suo portfolio.

Quanto costa un architetto d’interni: un esempio concreto

Alla luce di quanto detto, proviamo ora a fare un esempio realistico dei costi di un arredatore d’interni. Abbiamo immaginato di chiedere un preventivo che includa la sua consulenza per la ristrutturazione completa di un monolocale di 50mq che si trova nella città di riferimento dell’interior designer.

Tipo di lavoro Costo consulenza
Fase preliminare: sopralluogo dell’ambiente e analisi delle esigenze a partire da 100€
Realizzazione del progetto: presentazione elaborato 3D a partire da 200€
Selezione di artigiani e fornitori a partire da 100€
Elaborazioni grafiche per richiesta autorizzazioni a partire da 150€
Coordinamento e supervisione dei lavori a partire da 500€
Verifica finale a partire da 100€
Pratiche di chiusura lavori a partire da 50€
Totale a partire da 1.200€

Una volta ricevuto il preventivo dettagliato, avrai modo di valutare le prestazioni che rispondono alle tue necessità e dare inizio alla collaborazione con l’interior designer.

Da Iori Arredamenti offriamo soluzioni personalizzate per ogni fase della ristrutturazione e selezioniamo solo i migliori marchi per garantire un’eccellente qualità di materiali e prodotti.
Contattaci subito e chiedi un preventivo gratuito e senza impegno. Saremo felici di incontrarti per trovare insieme le soluzioni che fanno al caso tuo.

Pianale cucina, materiali innovativi e consigli per la scelta

Nella scelta del pianale della cucina i materiali rivestono un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di un elemento estetico, infatti, ma di una delle componenti più delicate dell’arredamento.

Il top della cucina racchiude in sé esigenze di stile e di funzionalità: è una parte molto esposta e visibile che deve intonarsi al resto dei mobili ma, prima di tutto, deve costituire un ottimo piano di lavoro. Di conseguenza è fondamentale che sia realizzato in un materiale innovativo e resistente al logorio dell’uso quotidiano, fra la preparazione di un pranzo e una colazione veloce consumata direttamente sul pianale.

Tenendo conto del modo in cui utilizzi la cucina, del budget a tua disposizione e del carattere che vuoi far assumere a questa zona della casa, potrai scegliere il top moderno più adatto a te. Non prima, però, di aver approfondito la conoscenza dei vari materiali attraverso le informazioni e i consigli che trovi qui di seguito.

Pianale cucina: i materiali più moderni

Nel corso del tempo sono stati sviluppati top per cucina in materiali innovativi e tecnologici, dall’incredibile resa estetica ed estremamente duraturi. L’introduzione di questi prodotti ha rivoluzionato il mercato dell’arredamento, ampliando la gamma di top disponibili e rendendo di fatto la scelta più difficile.

Per renderti le idee più chiare abbiamo pensato di proporti una carrellata dei principali materiali per pianale da cucina usati al momento:

  • laminato;
  • HPL;
  • pietra naturale;
  • quarzite;
  • Solid Surface;
  • Gres porcellanato e pietre sinterizzate;
  • acciaio;
  • legno.

Il nostro suggerimento però è sempre quello di rivolgerti a dei professionisti – come i progettisti di Iori Arredamenti – che conoscano alla perfezione l’argomento e sappiano dare vita a una cucina in cui ogni dettaglio sia come lo desideri.

Top cucina in laminato

Fra i materiali con cui ricoprire il pianale della cucina il laminato è uno dei più tradizionali, anche se si è mantenuto al passo con i tempi.

Perfetto per chi ha un budget non troppo elevato, presenta un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il laminato è infatti economico e versatile: permette di spaziare fra infiniti effetti – dalla tinta unita al legno, passando per la pietra – senza perdere in funzionalità. Caratteristiche che lo rendono la scelta privilegiata per i cucinini moderni.

Il tuo piano cucina moderno in laminato sarà di semplice manutenzione, ma dovrai tener conto del fatto che è un materiale abbastanza sensibile al calore: meglio non appoggiare pentole e caffettiere bollenti a contatto diretto.

HPL, l’evoluzione del laminato

Se cerchi un pianale cucina in materiali davvero innovativi, allora un modello realizzato in HPL può essere la soluzione per te. L’acronimo sta per High Pressure Laminate, e indica un laminato stratificato ad alta pressione che è l’evoluzione tecnologica del suo “genitore”.

Impermeabile, resistente a urti e graffi, igienico e pratico, il top in HPL garantisce un’incredibile durata nel tempo e una resa visiva minimalista e moderna. Se ne vuoi vedere un esempio concreto, clicca sull’immagine e guarda come l’abbiamo utilizzato in uno dei nostri progetti.

Anche in questo caso – come per il laminato – le finiture possono variare fra l’effetto legno, metallo o cemento. Senza contare che potrai scegliere di ricoprirlo di Fenix, una sostanza all’avanguardia, vellutata al tatto, opaca e capace di rigenerarsi da sola attraverso il calore.

Piano cucina in pietra naturale

La pietra naturale è un materiale capace di donare alla tua cucina uno stile unico. Che si tratti di marmo in una delle sue infinite sfumature, di granito robusto grazie all’elevata presenza di quarzo, di pietra grezza o ardesia per cucine rustiche, le possibilità sono di certo molto affascinanti.

Oltre ad essere stupenda da vedere, la pietra risulta anche resistente al calore, agli sbalzi di temperatura e agli urti. Come tutti i materiali, in special modo quelli naturali, porta però con sé qualche lato negativo. Essendo molto porosa, tende a essere sensibile a sostanze acide come limone o caffè: presta attenzione se hai l’abitudine di fare colazione sul piano della cucina!

Pianale moderno in quarzite

Ami l’idea della pietra ma preferisci optare per un top cucina di più semplice manutenzione? L’agglomerato di quarzo mantiene la resa estetica desiderata ma non presenta porosità, quindi è molto meno soggetto a macchiarsi.

Forse hai sentito parlare di Okite, il marchio più noto che produce pianali per cucina in questi materiali, ma sono molte le aziende che propongono la quarzite nei propri top. Si tratta in pratica di superfici composte quasi del tutto di quarzo, che ne determina l’ottima resistenza. Ecco perché l’abbiamo utilizzata nel progetto che puoi scoprire in dettaglio cliccando sull’immagine.

Se fino a qualche tempo fa le finiture disponibili erano solo quelle classiche che riprendono l’effetto granito, oggi si possono ottenere risultati di design che imitano la pietra naturale, venata o uniforme.

Solid Surface, dentro e fuori casa

Un altro materiale in cui la tecnologia va a braccetto con la natura è il Solid Surface, un composto di minerali, resine, poliestere e pigmenti proposto da aziende come Corian.

Per le sue caratteristiche intrinseche si tratta di un prodotto davvero eclettico, che può assumere qualsiasi forma ed è per questo molto amato da chi desidera un design ricercato e particolare, perfetto per chi si trova ad arredare cucina e salone insieme in un unico ambiente.

Un top cucina in questo materiale non presenta giunzioni di alcun tipo né porosità, il che lo rende igienico al 100% e resistente anche ai fenomeni atmosferici. Per questo motivo capita di trovare il Solid Surface non solo nel piano di lavoro vicino ai fornelli ma anche all’esterno, sia come complemento d’arredo che come rivestimento per l’abitazione.

Top in Gres porcellanato e pietre sinterizzate

Se non hai problemi di budget che ti limitano nella scelta del tuo piano per cucina moderno, allora potresti puntare su Gres porcellanato o pietre sinterizzate. Queste ultime – come Dekton, Lapitec (usata nel progetto che puoi approfondire cliccando sull’immagine), Laminam e Neolith – sono composti di minerali e ossidi naturali, realizzati concentrando in pochissimo tempo processi che in natura richiederebbero millenni. Il primo invece assomiglia a una classica piastrella in cui un supporto più resistente si unisce alla parte smaltata che ne determina la resa estetica.

I pianali per cucina in questi materiali sono igienici, pratici e resistenti al calore, oltre che molto versatili grazie alle lastre di grandi formati in cui sono prodotti. Oltre al top orizzontale si possono usare per rivestire la superficie verticale retrostante, in modo da creare omogeneità e un effetto monoblocco di sicuro impatto.

Piano cucina moderno in acciaio

Il top in acciaio richiama alla mente le cucine professionali dei ristoranti, design che affascina gli appassionati dei fornelli e chi desidera uno stile minimal.

Puoi scegliere un effetto satinato classico ma sempre attuale oppure spingerti oltre con la finitura invecchiata che aziende come Barazza e Foster propongono – anche in abbinamento ad appositi elettrodomestici – per dare un tocco vintage alla cucina.

Legno: pianale cucina più tradizionale

Per quanto caldo e caratterizzato da un’innata bellezza, il legno potrebbe non essere il materiale ideale per il piano di lavoro della tua cucina.

Si tratta infatti di una soluzione molto delicata e che richiede costante manutenzione per contrastare la sua naturale porosità e morbidezza. Il top in legno tende infatti a macchiarsi e deteriorarsi a causa del contatto con superfici taglienti e sostanze abrasive, oltre a non essere il massimo in termini di igiene.

Molto meglio riservarlo alle ante della cucina o tutt’al più a un bancone in stile bar da proteggere con tovagliette e runner durante l’uso.

Come vedi, quando si progetta un pianale da cucina i materiali possono essere i più svariati, dal classico a quello futuristico che sfrutta le nanotecnologie. Grazie all’aiuto di Iori Arredamenti non sarà complesso selezionare quello giusto per te: i nostri progettisti ti aspettano per trovare insieme la soluzione migliore per la tua cucina.

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